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Come visitare le cantine in California

Che ci crediate o no, uno dei motivi per cui avevo voglia di visitare la California erano i vini. Non sono impazzita, volevo semplicemente scoprire una nuova zona vinicola fuori dai confini europei e qui le cantine non mancano di certo: da Sutter Creek a Santa Barbara (quella del film Sideways), passando per la blasonata Napa Valley, abbiamo cercato di farci un’idea. Già, quale? Cosa ripondo ora a chi dice che il vino californiano non è buono, che le cantine sembrano boutique e che costa tutto tantissimo? Non la farei così semplice e penso che se si ama il vino, se si ama l’idea che racconti un mondo a suon di tannini, profumi e sfumature di colore, allora lo si ama anche qui. Si ama l’entusiasmo di chi vi servirà nelle sale di degustazione. Si ama il fatto di trovarsi in cantine piene di gente, di amici, di famiglie, di coppie, con tanto di proposta di matrimonio. Si ama che le aziende siano belle, a volte pacchiane sì, ma così curate da ospitare un museo …

Un alberello pantesco

Le cantine di Pantelleria

Torno a scrivere di Pantelleria, che non solo è stato il nostro ultimo viaggio, ma anche la scoperta di un posto nuovo con tutti gli ingredienti che piacciono a me. Facile indovinare: è un’isola sperduta, che sono riuscita a visitare in bassa stagione, è vulcanica, la terra fuma e in generale la natura non è di quelle più ospitali.  Insomma, è uno di quei luoghi, dall’Islanda alla Nuova Zelanda, in cui ci si sente un po’ gli intrusi (ma per fortuna costa meno eh). E poi, la ciliegina sulla torta: ci sono le cantine da visitare e il vino. E che vino. Tutti quelli a cui ho detto che partivo per Pantelleria sono partiti in tromba con i capperi e il passito. Per fortuna non ci sono solo quelli, ma in effetti sì, si guida fra distese di vigne e piante verdissime di cappero che si trovano, oltre che nelle apposite coltivazioni, anche sui muretti a secco o sulle rocce. E poi c’è un altro mare, oltre il Mediterraneo: quelle delle viti, dei bassi alberelli …

I vini delle Cicladi: a Serifos

La prima immagine che ho di Serifos è di me che arranco su una salita, fra i muretti. In fondo, il monastero di Tachiarchis, dove vive un monaco solo da anni. A sinistra l’Egeo. L’unico suono è quello di grilli e cicale, nella campagna bruciata dal sole. Ma che fatica salire a piedi fino alla cantina, non me lo sono mai sudato così tanto un calice di vino. Serifos, una chicca nelle Cicladi Questa storia inizia a Serifos, una delle ultime due isole delle Cicladi che abbiamo visitato. L’altra era Sifnos, l’isola di fronte, ma non nascondo che la prima è stata la vera scoperta di questo viaggio. Piccola, brulla, divisa fra paesini quasi disabitati e una chora bellissima, Serifos ha un’anima un po’ punk con il suo passato legato alle miniere, murales e tante imperfezioni che la rendono più spontanea. E poi c’è il vino- quello locale dal colore ambrato, servito a temperatura ambiente -, ma soprattutto la cantina Chrysoloras, piccolo gioiello scoperto la prima sera a cena, nel porto di Livadi. Il vino …

Roche de Solutré

Sorsi di Borgogna: istruzioni per l’uso

“Allora, cosa ne pensate? Riuscite a sentire la differenza fra diversi terroir?”. L’invito, pronunciato in un sinuoso francese, è rivolto a due tedeschi intenti a degustare alcuni rossi e che lasceranno il castello di Prémeaux con due casse di bottiglie. Noi siamo lì a emozionarci col naso dentro a un premier cru, ma ne compriamo solo una bottiglia, che dovremo fare riposare qualche anno in cantina per lasciare al vino il tempo di raccontare qualcosa in più di sé. Ma questa è la lezione della Borgogna. La pazienza e l’attesa, perché le cose fatte bene richiedono il loro tempo. Così come, allo scorrere del tempo, resistono miracolosamente castelli e abbazie, che punteggiano la collina coperta di vigne. La pazienza, se si vuole viaggiare in autonomia, serve anche nella preparazione del viaggio, visto che non sono tanti i siti in italiano che forniscono un’idea precisa di come muoversi sul posto. In questo post voglio raccontare, ancora prima delle cantine che ho visitato, cosa si cerca e cosa si beve in Borgogna (mi scuso con gli esperti per …

Canava Roussos

Le cantine di Santorini

Uno dei motivi per cui la vite mi sta così simpatica è che cresce, e bene, nei posti più impensati. Meno scontati. Uno di questi è Santorini, una semiluna di terra annerita nel cuore delle isole Cicladi, in Grecia. E l’altra cosa che me la rende ancora più simpatica è che è una pianta che i luoghi li racconta, li sintetizza. E a Santorini l’ho notato una volta di più. Il mio rapporto con il vino greco fino adesso era caratterizzato da una profonda simpatia, per la rinfrescante e traditrice retsina, o per quei ‘vini del contadino’ che spesso ti propongono nei paesini. Ma non mi ero ancora trovata davanti a un vino qualitativamente così interessante come quello di Santorini, dove la viticultura ha una sua secolare tradizione. E, sembra strano a dirsi nel cuore dell’Egeo, ma la via principale che collega i vari punti della minuscola isola è una Strada del vino. Sono molte le cantine presenti sull’isola, come racconta molto bene un capitolo della guida Marco Polo. Soprattutto sono ben indicate quelle prese d’assalto dai turisti stipati …

Val d'Orcia

Un fine settimana a gennaio

In Toscana a gennaio. Si può Purtroppo non sempre ci si può scegliere le date delle ferie. E nel mio caso sono capitate in un periodo dell’anno non proprio entusiasmante: gli ultimi giorni di gennaio. Il maltempo in questo periodo dell’anno è chiaramente da mettere in conto, ma io e la mia amica Elena (che non ho mai ufficialmente ringraziato per avermi suggerito il nome PerSorsi, ed era stata la vera molla per iniziare l’avventura, grazie!) avevamo liberi solo i due ‘giorni della merla’ e abbiamo architettato comunque un viaggetto. Dovevamo scegliere la meta secondo due principi di fondo: il fatto di restare in Italia e un budget contenuto (il che escludeva la montagna, in altissima stagione in questo momento). Ma diciamolo, non è facile fare i turisti a gennaio. Non solo per le giornate corte e per il freddo, ma anche perché in certe zone d’Italia musei, agriturismi, B&b e ristoranti si coordinano alla perfezione chiudendo i battenti fino a San Valentino (se non fino a marzo). La soluzione? Le terme. E’ una meta classica, …

Se lo spumante è Famoso

Lo ho eletto a vino dell’estate. A discapito del nome, non è molto noto, ma lo spumante da uve Famoso ‘Divo’ della ‘Cantina La Sabbiona’ con queste temperature è una vera goduria. Ci troviamo sulle colline di Faenza, a Oriolo. Ne approfitto per ricordare ancora una volta che anche la Romagna può regalare dei bianchi freschi e raffinati. Vini di qualità, ricavati da vitigni autoctoni come questo, riscoperto dai produttori solo da pochi anni. Da quanto ho potuto trovare in rete (e non molto devo dire), infatti, l’uva Famoso era fra le tante utilizzate per fare vini da tavola e poi finite nel dimenticatoio perché eccessivamente aromatiche. Questo fino a pochissimi anni fa. La bottiglia. Il nome forse è un po’ impegnativo, ‘Divo’, ma se non altro, resta in mente. Si tratta di uno spumante extra dry metodo charmat. All’occhio il colore è brillante, tra il paglierino il verdolino, e il perlage è fine. Al naso regala profumi fruttati e floreali: io ho riconosciuto mela e frutti tropicali. In bocca è fresco, ma anche piacevolmente morbido. Con i suoi 12 gradi di …

Cosa mangiare nei Balcani

A chi è mai capitato di fare colazione con una pasta sfoglia piena di carne macinata alzi la mano. E faccia un passo avanti chi mangia abitualmente salsicce di tonno. O chi, se gli parli di prugne, pensa subito alla grappa. Potrebbe capitare, nei Balcani Occidentali. Questo secondo post, che segue quello sul mio viaggio da Trieste al Montenegro ‘passando’ per Sarajevo, parlerà, appunto, di piatti. Inutile anticipare che in tre paesi così diversi come la Croazia, il Montenegro e la Bosnia, anche la cucina la dice lunga su quanto influenze, religione e dominazioni abbiano lasciato tracce in questa terra incastonata fra Europa e Asia. Partiamo dalla costa. Dalmazia. La storia è nel piatto. Che gran parte dell’attuale Croazia sia stata italiana fino a tempi recenti lo si capisce già dal menù. Una delle specialità di tante località costiere è il risotto, in particolare al nero di seppia o con i gamberetti. Tante le variazioni del pesce, cucinato sia grigliato che fritto. A Dubrovnik ho anche provato delle ottime ostriche (io le ho mangiate al Kamenice in una piazzetta molto scenografica, ottimo il rapporto qualità prezzo in una città piuttosto cara), anche se un …

Dove mangiare a notte fonda a Bologna

Voglio che i professionisti che leggono queste pagine le apprezzino per quelle che sono, e cioè uno sguardo sincero all’esistenza che molti di noi hanno condotto e respirato per la maggior parte dei propri giorni  e delle proprie notti, a detrimento della ‘normale’ interazione sociale. Non avere mai un venerdì o un sabato sera liberi, lavorare sempre durante le vacanze, essere indaffarati soprattutto quando il resto della popolazione è appena uscita dall’ufficio, generano una visione del mondo a volte peculiare, che spero i miei colleghi chef e cuochi riconoscano.  Anthony Bourdain, ‘Kitchen confidential’ Volevo scrivere questo post da tempo. Ma la spinta decisiva è arrivata dopo una serata organizzata dall’Ais di Bologna cui ho partecipato di recente. Il tema era quello delle osterie bolognesi dagli anni Venti a oggi con due testimoni che di aneddoti ne avevano parecchi da raccontare: Carlo Faccioli, ex titolare della storica osteria di via Altabella Olindo Faccioli (il padre) e Nicola Spolaore, figlio di quel Luciano che gestì fino a pochi anni fa l’Osteria del Sole (vicolo Ranocchi). Sono stati loro a guidarci in …

I... magnifici in degustazione

Voluptates, Magnifici vini in degustazione

Vabbe’ che ormai manca poco al Vinitaly, ma in giro ci sono altre manifestazioni che si rivelano un’ottima occasione per fare qualche degustazione. Ad esempio a Imola c’è un evento che ormai è giunto alla sua decima edizione ‘Voluptates, i magnifici in degustazione’. Per l’esattezza quest’anno sono 150 (erano partiti da quaranta), fra cui una ventina di etichette francesi. La tre giorni parte venerdì 15 fino e si chiude domenica 17 marzo ed è organizzata dalla delegazione locale dell’Ais. La novità di quest’anno è che è ospitata nel quadriportico di un museo civico, il San Domenico. Che, non a caso, è anche il nome del ristorante stellato imolese, gestito di Valentino Marcattilii. E in realtà, un’altra new entry di quest’anno è proprio che si potranno degustare (a 25 euro) tre fra i piatti più famosi dello chef. Torniamo ai vini, i veri protagonisti. La lista la potete trovare qui, ma intanto ve ne elenco qualcuno. Io ho un po’ una fissazione: che i territori dovrebbero proporre eventi che valorizzino i loro vini. Tanto più in Emilia Romagna, che è una regione che ha molto bisogno di essere raccontata, sdoganata e …