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In Alto Adige lungo la strada del vino

Il lago di Caldaro visto dal paese

I luoghi
Penso che pochi posti come l’Alto Adige siano la prova di come il turismo possa ruotare attorno al vino. Nel senso che prima scegli le cantine, poi ti rendi conto che c’è anche tanto da vedere. E da fare. Belle passeggiate, paesini pittoreschi e la guduria delle Terme di Merano. Sono luoghi che amo particolarmente, tanto che, dopo un fortunato incontro al Vinitaly, circa ogni sei mesi cerco di passarci. E alla fine, dopo che avevo lasciato questo post in ‘gestazione’ per alcuni mesi, l’ho terminato dopo esserci tornata anche quest’estate. In tutte le stagioni ho provato però una cosa: il lago di Kaltern (Caldaro) regala un clima incredibilmente mite. Sulle sue rive, dunque, si trovano i vigneti di Schiava e Pinot Nero, mentre sui pendii, ripidissimi, crescono le uve bianche. A Favogna una vigna resiste da molti anni anche a mille metri. E sembra lottare in tutti i modi, e l’uomo assieme a lui, per sopravvivere in quota. Insomma, è un fazzoletto d’Italia pieno di paradossi, a partire da quello linguistico, ma torniamo al vino, il vero protagonista del viaggio.

Che i bianchi altoatesini mi piacessero, l’avevo già scoperto dal mio primo corso all’Aies, ma visitare le cantine che si trovano lungo la Strada del vino (suedtiroler-weinstrasse) – da Salorno a Nalles- è un’esperienza unica. Sono veri e propri piccoli musei, spesso realizzati in vetro, legno e altri materiali naturali. Una delle più belle è la Cantina Tramin: l’architettura esterna ricorda l’intreccio della vite. Molto elegante è il wine shop di St. Michael Eppan, arioso, in legno chiaro con grandi banconi per la degustazione. In entrambe, così come nelle altre, si può degustare gratuitamente o a cinquanta centesimi al bicchiere: dipende se poi acquistate o no. Scordatevi bevute stile aperitivo: qui il banco d’assaggio viene preso molto seriamente.

Il wine shop di San Michele Appiano

Il wine shop di San Michele Appiano

I vini

Non mi posso definire un’esperta, ma per il mio livello di conoscenze e gusti personali, il Gewurztraminer prodotto in questa manciata di chilometri è davvero eccezionale. Ogni sorsata è un’estasi di profumi. Io ci sento in particolare la rosa e frutti gialli, litchies e una freschezza incredibile. Anche gli abbinamenti sono tantissimi: dall’aperitivo ai piatti orientali. L’ho provato, è ottimo anche con il sushi. Per questo vino bianco aromatico, le mie aziende preferite sono Hofstätter e Ritterhof. La prima si trova nel centro di Tramin, proprio di fianco alla chiesa. Purtroppo, non sono ancora riuscita a fare il giro nelle vigne (che in parte si trovano proprio dietro alla cantina) in fuoristrada. In primavera ci riprovo. La cantina propone due linee: il Joseph, che abbraccia dal Pinot Bianco al Lagrain. Il livello è già ottimo, ma chi volesse qualcosa di unico, ad esempio fra i rossi, dovrà provare il Pinot Nero Riserva Mazon. Cresce sull’omomino altopiano e le viti hanno più di trent’anni d’eta.

Tre vini in degustazione alla cantina Ritterhof

Tre vini in degustazione alla cantina Ritterhof

Tornando al Gewurztraminer, confesso che sono una  vera fan dei vini di Ritterhof, sempre a Keltern. Uno dei motivi per cui mi sta a cuore questa cantina è che l’unica (almeno per il momento mi è successo solo qui) in cui si ricordano di te. E’ sempre bello tornare nei posti e, a distanza di sei mesi, essere subito riconosciuti dal ragazzo al banco d’assaggio che vi illustrerà tutta la gamma. Anche in questa cantina vi è una linea base, la Ritterhof, che propone i vini classici dell’Alto Adige. Dal Lago di Caldaro Classico Doc – semplice, ma impeccabile-, ai Pinot bianco, grigio e nero. Molto interessante l’Alto Adige Moscato giallo Doc: è un vino secco, incredibilmente aromatico. Al primo assaggio sembrerà abboccato, in realtà è solo ricco di sentori di frutti e fiori. L’altra linea, la ‘Crescendo’, è, se possibile, ancora superiore. Si tratta di una sorta di edizione limitata, selezionando le uve delle annate migliori e da terreni con basse rese. Oltre al Gewurztraminer, un bouquet freschissimo nel palato, da provare è il Pinot Nero, dalle note speziate e sentori di frutti rossi.

Un altro paio di cantine che mi hanno entusiasmata. La prima, sempre a Kaltern, è la Tenuta Manincor. Il luogo è ricco di fascino, sia perché si entra nel castello del conte, sia per la professionalità del personale. Il conte Michael Goëss-Enzenberg ha fatto le cose in grande e si è dato al biodinamico. In cantina, una chicca da provare è, questa volta, un rosso. Io di solito preferisco i vini in purezza ai blend, ma il Cassiano è un’eccezione: 50 per cento di Merlot, per cento Cabernet Franc 30 e 5 per cento dei vitigni Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Tempranillo, Syrah. La nota speziata è davvero interessante. Un’altra cantina che merita una sosta è quella di St. Michael Eppan, nell’omonimo comune, l’ultimo avanzando verso Merano. Del wine shop ho già fatto cenno più su, per quanto riguarda i vini, ne segnalerei due. Il primo è un Alto Adige Sauvignon 2011 della linea Sanc Valentin: per niente scontato. L’altro è un Alto Adige Riesling ‘Montiggl’ 2011, della linea Cru. L’ho trovato molto raffinato e si presta anche un leggero invecchiamento. Infine, la mia ultima scoperta si chiama Stroblhof, sempre a St. Michael Eppan.

Vista sulle vigne Stroblhof

Vista sulle vigne Stroblhof

A parte il fatto è possibile alloggiare in uno stupendo hotel-ristorante fra le vigne (non l’ho provato, confesso che era fuori budget, ma ho ripiegato alla grande su questa pensione), i vini pensati da Andreas Nicolussi-Leck sono davvero eleganti. Il mio preferito è il Pigeno, un Blauburgunder dal caratteristico colore scarico e un bouquet floreale di grande intensità. Buono buono buono.


Piccole istruzioni per l’uso se vi trovate sulla Weinstrasse

Occhio al calendario
Sempre bello visitare i posti fuori stagione o lontano dal fine settimana. Ma qui non fanno certo a botte per attirare i turisti e dunque attenzione ai giorni di apertura dei posti. Nel tratto fra Tramin e Merano potreste trovare molti ristoranti chiusi a pranzo; altri masi o locali restano chiusi per tutti i mesi invernali, anche sotto le feste (vale pure per i pernottamenti). Controllate sempre. Una guida con informazioni in merito è quella del Touring e Slow Food ‘Alto Adige Südtirol -Tra masi e castelli, laghi e cime alpine strade del vino e sapori mitteleuropei’. Se vi trovate a Tramin, un posto da non perdere è Le verre capricieux, il bistrot di Elena Walch. Non solo per le degustazioni in cantina, ma soprattutto per pranzare nello stupendo giardino. La Walch, del resto, è architetto e ha saputo unire le sue due passioni in questo piccolo angolo di paradiso. Sia il pesce che i formaggi non sono regalati, ma veramente ottimi. Se vi fermate, cedete al dolce: di solito sono proposte un paio di torte e il vino di accompagnamento è da urlo.

Le verre capricieux

Le verre capricieux ( Foto tratta dal sito di Elena Walch)

Gli orari delle cantine
La maggior parte sono chiuse proprio nel fine settimana, quindi attenzione, soprattutto se vi avventurate la domenica.

Non aspettatevi cibo
Nessun cracker, tanto meno grissini. Nessuna variante del maiale (lo so, sono emiliana e ogni occasione da noi è buona per allungarti una fetta di salame). Quindi preparatevi: per godervi al meglio l’assaggio conviene ‘aver fatto un po’ di fondo’ (però cfr. punto 1).

Per saperne di più, ecco un altro punto di vista sul tema

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  1. Pingback: Cinque cose da fare a Merano - Persorsi

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